Il riso canadese, detto anche selvaggio, è un parente del riso comune: a differenza di questo, però, ha un indice glicemico basso (35, come la quinoa, mentre il riso bianco arriva a 70) e non viene coltivato, ma raccolto dalle spighe della Zizania palustris che cresce spontaneamente lungo paludi e corsi d’acqua canadesi. Il raccolto viene ancora effettuato con le canoe, e le spighe vengono battute molto delicatamente, perché rilasciano spontaneamente i chicchi, che quindi in parte ricadono nei corsi d’acqua e riseminano il riso.
Questo cibo entra dunque a pieno titolo tra i cibi ricchi e primordiali della paleocucina.
Il riso selvatico ha una consistenza sostenuta e il suo sapore è originale e intenso. Ha un endosperma bianco ricoperto da uno strato esterno bruno, ricchissimo di antiossidanti e minerali (calcio, magnesio, potassio, zinco e fosforo). Pensate: l’assunzione della quota giornaliera di questi preziosi oligoelementi sarebbe garantita da 20-30 g al giorno di riso selvaggio (come contorno o antipasto, ad esempio): per questo è un alimento consigliato negli stati debilitativi, nella depressione e nella debolezza immunitaria, ma anche ottimo per la salute sessuale.
Per ogni porzione lavare 70 g di riso e metterlo a cuocere in circa 170 ml di acqua salata. In alcune ricette si consiglia di tenerlo a bagno la notte precedente, ma personalmente lo sconsiglio! Cuoce poco più di un’ora, a coperchio chiuso.