Un comune equivoco identifica i carboidrati con gli zuccheri semplici o complessi ricavati da cereali e dolciumi, cioe’ farine, riso, grani integrali e prodotti da forno più o meno addittivati di saccarosio. Non e’ così. Praticamente ogni prodotto del mondo vegetale e’ costituito da carboidrati. Per l’organismo umano sono particolarmente benefici i carboidrati ricavabili da frutta e verdura. La frutta potevamo immaginarcela, ma la verdura… Sì: la verdura! E non solo le verdure “dolci”, come zucca, carote o rape rosse: proprio tutte le verdure! Ad eccezione delle patate comuni, che vanno consumate con moderazione (per il loro elevato indice glicemico e per la loro onnipresenza nella società occidentale), tutte le verdure apportano al nostro organismo nutrienti fondamentali ed equilibrati. Sentiamo cosa afferma in proposito il prof. Lindeberg nell’articolo “Palaeolithic diet (“stone age diet”)” apparso sulla prestigiosa rivista “Scandanavian Journal of Nutrition”:
“L’alimentazione di tipo Paleo e’ spesso ricca di proteine, di solito il 15-35% dell’apporto energetico totale, ma non e’ necessariamente povera di carboidrati. Non va confusa con la dieta Atkins o con programmi simili, basati sul concetto che elevati apporti di carboidrati promuovano resistenza insulinica e dislipidemia. Si pensa che i nostri antenati primati siano stati frugivori specializzati per più di 40 milioni di anni, ed e’ improbabile che il nostro metabolismo abbia perso la capacità di gestire grandi quantità di carboidrati in tempi relativamente brevi, come avveniva ai cacciatori-raccoglitori del Paleolitico. A Kitava i carboidrati forniscono circa il 70% dell’apporto energetico totale, ma il sovrappeso e’ apparentemente assente e la sensibilità insulinica e’ marcatamente più elevata rispetto ad un campione casuale di popolazione svedese”.